Violenza in famiglia la risposta degli studenti

Empoli, 29 marzo 2011

LA VIOLENZA domestica ed i maltrattamenti nei confronti delle donne diventano oggetto di specialissime lezioni nelle scuole superiori empolesi. L’iniziativa scatta oggi e domani al Liceo scientifico «Pontormo» ed approda dai primi d’aprile al «Virgilio», poi al «Fermi», quindi al «Ferraris – Brunelleschi».

Centinaia e centinaia gli adolescenti coinvolti, su iniziativa del Centro antiviolenza «Lilith» che da vari anni opera a Empoli, presso le Pubbliche assistenze, al fianco delle donne maltrattate. La dottoressa Martina Borghi, psicologa, ha messo a punto un ’format’ che sarà proposto da oggi sotto forma di lezione o assemblea aperta, ai giovani studenti, con i quali lavora attraverso gli sportelli di ascolto messi a disposizione dalle varie scuole. «L’obiettivo di questa iniziativa — spiega la psicologa — è fare un’informazione seria che sia soprattutto finalizzata alla prevenzione. Quello della violenza in famiglia, come quello dei maltrattamenti nei confronti delle donne, non sono temi che generalmente vengono affrontati a scuola. Emergono, casomai, attraverso le situazioni di disagio individuali. Generalmente sono temi in cui la vergogna, la paura, la difficoltà di interpretarne i segnali, fungono da deterrente».

studenti

«INSIEME a Bianca Masoni di Lilith e ad altre operatrici, al presidente Eleonora Gallerini e con l’aiuto dell’avvocato Lorenzo Colucci che segue l’associazione, abbiamo previsto innanzitutto una parte teorica in cui si puntualizzi, per esempio, che per violenza non si intende solo quella fisica, ma ci sono anche forme di violenza psicologica ed anche economica — spiega Martina Borghi — La violenza è strettamente connessa al modello del potere e del controllo, al mantenimento di una gerarchia, nella stragrande maggioranza dei casi, maschile. A questo punto si tratta di capire quali siano le emozioni connesse a questo tipo di consapevolezza e di suscitare il dibattito fra i ragazzi. Nel corso delle ’lezioni’ verranno anche proiettati due video – testimonianza di donne che sono state vittime di violenza e che, grazie proprio a Lilith, hanno iniziato un nuovo percorso di vita».

«L’INCONTRO con gli studenti dunque — conclude la psicologa punta sul loro coinvolgimento emotivo, basato sulla consapevolezza del problema e facendo leva su una sensibilità nuova al problema. Infine, grazie alla positiva esperienza dell’associazione nata in seno alle Pubbliche assistenze, desideriamo fornire anche risposte al problema, spiegare cosa concretamente si può fare per arginare il fenomeno. E qui entrano in ballo le associazioni come Lilith, le forze dell’ordine, la figura dello psicologo nelle scuole, il ruolo fondamentale degli insegnanti che sono quelli che stanno più a contatto con i ragazzi».

di ALBERTO ANDREOTTI

FONTE: GONEWS

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