Nel frastuono delle celebrazioni per la Festa della Mamma, una realtà spesso trascurata richiede attenzione: quella delle madri che sono vittime di violenza. Mentre celebriamo le mamme, è essenziale riflettere sulle difficoltà e sulle sfide che molte donne affrontano mentre cercano di proteggere se stesse e i loro figli da un ambiente di pericolo.
Le conseguenze della violenza domestica non si limitano solo alla vittima diretta, ma si estendono anche ai loro figli e alle loro figlie. I bambini, in particolare, possono essere profondamente colpiti da questa esperienza, sia direttamente che indirettamente.
In modo diretto, i bambini possono essere testimoni o vittime della violenza che accade nell’ambiente familiare. Vedere o subire violenza può lasciare cicatrici profonde, sia fisiche che emotive. Lividi, ferite e altre evidenze visibili della violenza possono segnare i bambini per il resto della vita. Ma non è solo il corpo che ne risente: la violenza lascia un’impronta psicologica duratura. Lo stress e la paura che ne derivano possono causare problemi di autostima, ansia, depressione.
In modo indiretto, i bambini possono essere colpiti osservando gli effetti della violenza sul corpo, sulla psiche e sull’ambiente in cui vivono le loro madri. Porte rotte, tavoli danneggiati e un clima di tensione costante diventano la normalità. Questo ambiente instabile può influenzare il loro sviluppo cognitivo, emotivo e sociale, creando problemi di comportamento, difficoltà di concentrazione e relazioni turbolente.
Per comprendere meglio questa realtà, abbiamo parlato con una giovane madre che ha vissuto l’orrore della violenza domestica e che ha trovato sostegno presso il Centro Aiuto Donna Lilith.
“La mia vita è cambiata un anno fa, quando mi sono rivolta al Centro Lilith sotto consiglio delle ostetriche. Non conoscevo questa realtà, sono state loro che me l’hanno fatta presente. Subivo violenza dal mio compagno, ma l’avevo subita molto prima dalla mia famiglia e da mio padre in particolar modo. Sono stata messa in una casa di protezione, adesso ho un lavoro e mi piacerebbe riprendere a studiare. Sto molto meglio, mi sono ripresa.
Non è stato semplice trovarmi ad affrontare tutto da sola e non posso certo dire di aver avuto una gravidanza serena e tranquilla. Però ho avuto molte persone accanto. Il Centro Lilith per me è stato come una famiglia, mi ha dato tutto, dalle cose materiali al supporto psicologico. Diventare mamma è una bella responsabilità… ma è anche quello che mi ha fatto capire che non potevo più sopportare una situazione del genere per mio figlio. Ho capito che le persone che ti vogliono bene ti ascoltano, non usano la violenza. Se potessi parlare alle persone che stanno passando quello che ho vissuto io direi loro di non stare più lì, di scappare, che è troppo stressante e alla lunga non si può sopportare”.
Il Centro Aiuto Donna Lilith, che offre assistenza legale, psicologica e rifugio alle vittime di violenza, ha svolto un ruolo fondamentale nel fornire sostegno a donne come lei. Oltre ad Empoli, il Centro Lilith conta ora 14 sportelli e 6 case rifugio in tutta la Valdelsa. Nel 2019, ha aperto Casa Matilda, una struttura di accoglienza post-emergenza, costruita grazie alla rete di solidarietà costruita negli anni con imprenditori ed associazioni locali. Nel 2010, nell’ambito del Centro Lilith, è nata la cooperativa SOS Luna, composta da otto donne che avevano intrapreso un percorso di uscita dalla violenza. Grazie a una formazione professionale sostenuta dalle Pubbliche Assistenze Riunite di Empoli e dalla Regione Toscana, queste donne hanno raggiunto un’autonomia decisionale e una riappropriazione della propria vita.
In questo periodo dedicato alla celebrazione della maternità, è importante tenere presente le storie come quella della giovane madre che abbiamo ascoltato. Le madri meritano di sentirsi sicure e protette, non solo in occasione della Festa della Mamma, ma ogni giorno. Solo attraverso la consapevolezza, il sostegno e l’azione possiamo sperare di creare un futuro in cui la violenza di genere non abbia più spazio nelle nostre vite.